Oggi la parola passa a Raffaella Pannuti, Presidente della Fondazione ANT Italia, una delle principali organizzazioni private che operano in Italia nel campo delle cure palliative e della gestione del dolore. Ci parlerà della Fondazione e di come ha beneficiato dei progressi tecnologici.
Ora tocca a Raffaella:
Fondata a Bologna nel 1978 dal professor Franco Pannuti, la Fondazione ANT (Fondazione ANT Italia), senza scopo di lucro, fornisce assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio alle vittime del cancro e, a seconda delle risorse disponibili sul territorio, gestisce gratuitamente iniziative di prevenzione oncologica. La Fondazione, con sede a Bologna, opera a livello nazionale attraverso oltre 120 gruppi locali denominati Delegazioni ANT, che hanno il compito di coordinare la raccolta fondi a livello locale.
Quali sono le principali attività delle delegazioni ANT e come contribuiscono i volontari?
I volontari ANT sono più di 2000, organizzati in 120 delegazioni in tutta Italia. Il loro compito iniziale è quello di sensibilizzare le persone al principio di Eubiosia, alla dignità della vita (anche e soprattutto nei momenti di malattia) e ai nostri progetti. Grazie al loro impegno siamo riusciti ad organizzare bellissime raccolte fondi, a gestire centri di consulenza e volontariato per i cittadini e ad avviare diverse campagne nazionali diffuse in tutto il nostro paese (ad esempio il ciclamino d'autunno per la prevenzione, le stelle di Natale, le uova di Pasqua...)
Come vi organizzate con le delegazioni locali e come gestite più di 2000 volontari che lavorano con voi?
Le delegazioni ANT sono solitamente costituite di propria iniziativa, anche in zone prive della nostra equipe sanitaria. Un gruppo di volontari fa una proposta e, dopo l'accordo con l'amministrazione ANT, nominiamo un rappresentante e curiamo (con la collaborazione del responsabile locale della raccolta fondi) campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi, puntando sull'assistenza.
È quello che è già successo a Perugia e in Umbria, in passato non avevamo un'equipe lì, ma siamo riusciti a creare un'equipe sanitaria nel giro di pochi anni. Tutti i nostri volontari sono accuratamente formati: alcuni di loro, un gruppo d'élite, sono formati per lavorare direttamente con le famiglie in difficoltà, per aiutarle nel disbrigo di pratiche burocratiche e piccole incombenze, per offrire loro supporto logistico o semplicemente per fare compagnia al familiare malato.
Qual è il ruolo giocato dalle tecnologie nella filantropia e nella beneficenza al giorno d'oggi?
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, lavoriamo duramente ogni giorno per garantire continui miglioramenti alla vita del nostro beneficiario, sia nello stabilire un forte rapporto medico-paziente costruito sull'umanità, sia nello sperimentare tutte le tecnologie, anche le più originali o inaspettate, per portare sollievo a chi soffre e gestire la cura. Oltre ad utilizzare da anni il cloud tecnologico di Vitaever, gestendo l'assistenza domiciliare e la cartella clinica attraverso un palmare, negli ultimi mesi stiamo sperimentando l'applicazione della realtà virtuale immersiva per i pazienti oncologici per facilitare il controllo del dolore e dell'ansia: questo progetto è molto ambizioso in quanto cercheremo di creare video completamente basati sulle esigenze del paziente.
Oggi disponiamo di software in grado di semplificare la gestione dei compiti e la comunicazione, pensi che possano rappresentare un valido supporto per il tuo tipo di fondazioni?
La tecnologia è stata sicuramente un'alleata in termini di raccolta fondi, comunicazione, fidelizzazione dei volontari e dei sostenitori di Fondazione ANT Italia. Negli ultimi anni abbiamo investito in software specifici specializzati in strumenti di gestione di database e newsletter, abbiamo inoltre lavorato molto per orientarci verso i social network e per mantenere la nostra reputazione, in quanto questi rappresentano un canale straordinario con cui è possibile confrontarsi e interagire direttamente con le persone.
Come è cambiata la comunicazione e che effetto ha avuto nella sensibilizzazione?
Grazie al supporto di agenzie pubblicitarie e talenti pro bono, abbiamo costruito nel tempo la nostra immagine, raggiungendo i migliori obiettivi con la campagna "Gioconda Calva", premiata a Cannes nel 2014 come una delle migliori campagne di sensibilizzazione sociale. Abbiamo rivisitato una figura iconica, la Gioconda, come una Gioconda calva, per affermare il valore della vita in ogni momento. Questa decisione ha avuto un impatto così forte sulle persone che in quell'anno abbiamo registrato una crescita consistente del fatturato del 5x1000.
Sempre più giovani stanno diventando consapevoli e interessati alla filantropia e al nonprofit su scala internazionale, pensa che questo fenomeno sia diffuso anche in Italia?
Mi chiedo che nei prossimi 20 anni registreremo un cambiamento graduale in molti aspetti della Fondazione, a partire dalla raccolta di fondi fino alla fedeltà dei volontari. Sono sicuro che ci adatteremo ai nuovi cambiamenti economici e a una società in cui il tempo sarà il valore più prezioso. Tuttavia, credo che dovremo motivare tutti coloro che decideranno di offrirci tempo e risorse.
Per farlo, dovremo mantenere fede a standard come la trasparenza, l'affidabilità e l'efficienza, senza dimenticare i principi fondamentali dell'esperienza di ANT, la rettitudine morale e la solidarietà. Sono certo che, in virtù di queste caratteristiche, chi crede in un mondo in cui non solo il governo ma anche la società faccia la sua parte, continuerà a sostenerci.
I nostri risultati
#1 La tecnologia aiuta la fondazione a portare un sollievo più efficace a chi soffre e a gestire la cura, aiuta anche a gestire l'assistenza domiciliare per i pazienti.
#2 La tecnologia è anche un alleato per la Fondazione in termini di raccolta fondi, comunicazione, fidelizzazione dei volontari e dei sostenitori.
#3 La comunicazione si è evoluta man mano che è diventata più diffusa, questo rende più facile l'impatto su un gran numero di persone.
#4 Con l'evoluzione della società, la Fondazione dovrà mantenere i suoi standard di trasparenza, affidabilità ed efficienza, così come i suoi principi, la rettitudine morale e la solidarietà.
Informazioni su Raffaella Pannuti
Nata a Bologna nel 1973, Raffaella Pannuti è laureata in chimica industriale. Dopo diverse esperienze lavorative, tra cui quella di giornalista, Raffaella entra a far parte della Fondazione ANT Italia ONLUS nel 1998, prima come responsabile dell'ufficio stampa, poi come segretario generale e infine come presidente nel 2011. È anche membro di EUCLID, organizzazione internazionale che abbraccia i leader del non profit, e dei Gruppi di Azione dell'Unione Europea.
Attualmente sta collaborando come co-autrice in più di 20 progetti sulle cure palliative; inoltre, è stata mentore di diverse conferenze mediche internazionali e nazionali e convegni senza scopo di lucro.
Leggi anche Giornata internazionale del volontariato: Quando si fa la differenza Due cose importanti che l'Australia sta cambiando nella filantropiaChi sta conducendo una campagna di beneficenza natalizia?